queste mani
le stesse che
timide
ti sfioravano nel buio
trionfanti
hanno alzato l'uomo
il nostro amore
e ancora accarezzano
mute
il volto immobile
nell'ultimo letto della madre
queste mani
riusciranno
ruvide
a ridare il senso
ad una vita all'orlo
ricostruendo gesti
ricucendo strappi
componendo segni
- anche di croce -
nella quiete della fine?
Non più solchi
nel pugno che si serra
bianco di rabbia,
ma rughe
non unghie
a graffiare
stridendo
nell'aggrapparsi alla vita
ma calli
duri di anni
che lasceranno la presa
senza dolore.
luglio 2008
[0076]